mercoledì 31 marzo 2010

Co-housing in Friuli

Anche in Friuli si sta organizzando un gruppo per il co-housing. Per realizzare questo primo intervento, si ipotizzano sei abitazioni, è stato individuato un bel terreno nel comune di Fagagna di circa 7000 mq. Oltre alla realizzazione delle case individuali si intende costruire una sala comune, servizi collettivi, spazi gioco. I vincoli di piano regolatore limitano la superficie coperta al solo 10% dell'area garantendo un ampia superficie a verde.

I promotori del progetto sono alla ricerca di partner per completare il gruppo e dare vita ad una delle prime esperienze di co-housing in Friuli.

Per informazioni scrivere a cohousing@architetturaleggera.it

Che cos'è il co-housing?

Con il termine inglese co-housing si intende un complesso residenziale composto da alloggi unifamiliari, i cui abitanti condividono spazi comuni, e si impegnano a vivere nel rispetto dell’ambiente e a costruire attivamente dei rapporti sociali di vicinato. Non è il condominio e non è la comune hippy ma ricorda piuttosto la comunità che caratterizzava i quartieri urbani o i villaggi. È un'alternativa all'abitazione individuale suburbana che oggi mostra tutti gli effetti negativi, sia a livello sociale che ambientale, sia in termini di inefficienza dei servizi e delle reti che di costi di trasporto, di comunicazione, di assistenza e di sicurezza. Con il cohousing, si sa che si conosceranno i vicini e si potrà contare su una rete solidale basata sullo scambio, la reciprocità e la gratuità.

Il co-housing è costituito da un gruppo di persone che decide di realizzare direttamente la propria abitazione, condividendo con gli altri i costi generali, opere di urbanizzazione, spese di progettazione, verde e spazi comuni, mantenendo il controllo diretto sulla costruzione. In altre parole l'abitante del co-housing è responsabile e attivo nella gestione del complesso. La forma più economica è certo quella dell'autocostruzione che richiede però competenze e abilità, ma anche la costruzione affidata a imprese sotto il controllo diretto dei futuri abitanti consente notevoli economie rispetto all'acquisto della casa finita. È importante considerare che l'impegno nella costruzione della propria casa non è monetizzabile, nel senso che le ore dedicate non sono ore di lavoro perse ma sono ore conquistate, ore liberate.

Rispetto a comprare una casa “chiavi in mano” la co-costruzione richiede impegno ed è tanto più economica quante più ore si dedicano alla realizzazione del progetto. I vantaggi sono di costruire una casa da abitare in base alle proprie esigenze, di sapere esattamente come la propria casa è stata costruita, di costruire insieme alla casa una coesione sociale non semplice e non scontata in epoca di individualismo spinto.

Anche il ruolo dell'architettura cambia, all'architetto stilista pret-a-porter che considera la casa come un oggetto da vestire per la vendita, si passa ad una architettura flessibile frutto del rapporto tra co-abitanti e progettista. Costruire in gruppo consente poi di adottare in modo efficiente molte più tecniche sostenibili quali la cogenerazione di calore ed energia elettrica, il ricorso a combustibili rinnovabili, il trattamento delle acque di scolo e il recupero dell'acqua piovana, la realizzazione di impianti fotovoltaici di grandi dimensioni molto più remunerativi di tanti singoli impianti domestici.