La città, oggi, è oggetto di una possente ricombinazione in cui entrano in causa il deficit ecologico e il superamento dei limiti della terra, la fine del ruolo della politica e la potenza dell’economia globalizzante, domande di libertà e di giustizia sociale, spinte alla decentralizzazione e imposizioni centralistiche di sfruttamento della realtà locale. Relazioni complesse e mutevoli nel corso del tempo si stratificano nel nostro ecosistema che costituisce il corpo vivo inafferrabile e sfuggente della città.
Questo è il nostro ambiente, ciò che cresce attraversato da reti e interrelazioni pluridimensionali ed evolve, muore e rinasce, grazie alla compresenza di moltissimi elementi eterogenei.
Centri commerciali, centri direzionali, centri benessere e sportivi, aldilà dell’ossessivo richiamo al centro, costituiscono gli elementi ripetitivi di una frammentazione funzionale in cui l’eterogeneo scompare, in cui domina l’impoverimento segnico e semantico degli spazi spazzatura, degli scatoloni prefabbricati più o meno decorati. Così quelli che vorrebbero essere interventi ordinatori, attraverso la semplificazione, diffondono il vero caos, caratterizzato dalla calma piatta delle condizioni indifferenziate e da un bassissimo grado di relazione con l’intorno.
La parte pesante della città attuale è data dalla quantità di materia in uso, dalla necessità di pompare enormi quantità di energia per renderla abitabile, dallo spreco e dalla continua produzione di rifiuti. L’edilizia contribuisce a questo spreco utilizzando materiali insostenibili (come il cemento armato o il PVC) ma anche intaccando il patrimonio comune di suolo fertile e di acqua potabile. Riusare vecchi siti è sicuramente un’occasione di trasformazione in senso sostenibile della realtà urbana. L’architettura leggera è il modo di costruire senza sprechi di materia e di energia, è un modo attento al ciclo di vita dei materiali per costruire edifici a energia zero.
Oggi un progetto per la città deve partire dall’intrepretazione della complessità ecosistemica, la complessità delle relazioni, delle molte dimensioni, dei mille piani che si intersecano nell’intreccio del mondo biologico con quello tecnologico.
Oggi è possibile sperimentare una città a zero energia, costruita da architettura leggera, per non pesare sull’ambiente e iniziare a ridurre l’impronta ecologica della nostra città.
martedì 1 luglio 2008
La città, oggi
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